NUOVI DEPOSITI INDICANO LA PRESENZA DI ACQUA

Le saline di Marte

Una salina delle dimensioni di quasi 30 chilometri quadrati, segno di un antichissimo lago marziano: i ricercatori della University of Colorado Boulder trovano nuova acqua su Marte, e forse si tratta della più longeva di sempre

     10/08/2015
Una ricostruzione digitale della distribuzione dei sali nel bacino. Crediti: LASP / Brian Hynek.

Una ricostruzione digitale della distribuzione dei sali nel bacino. Crediti: LASP / Brian Hynek.

La sua terra è gelida e arida da un lunghissimo tempo, Marte porta però ancora i segni di un’antica e abbondante presenza di acque superficiali. A confermarlo la scoperta di – quello che fu – un lago da parte dei ricercatori della University of Colorado Boulder, che hanno scoperto una vera e propria salina, testimonianza di uno degli ultimi depositi di acqua superficiale e potenzialmente abitabile ad essere esistita sul Pianeta Rosso.

Lo studio, appena pubblicato sulla rivista Geology, esamina quella che si presenta come una gigantesca salina marziana: un deposito di cloruro di sodio di quasi 30 chilometri quadrati, praticamente le dimensioni di una metropoli, che si trova nella regione conosciuta come Meridiani Planum, poco distante dal sito di ammartaggio del rover NASA Opportunity.

Proprio come sul pianeta Terra, le saline di Marte sono il segno evidente di un corpo d’acqua di dimensioni importanti, oggi completamente evaporato. La mappatura digitale dell’area descritta e l’analisi mineralogica del terreno circostante, e di quelle che si suppone fossero le sponde di un antichissimo lago marziano, confermano che questo bacino presenta un fondale non più vecchio di 3,6 miliardi di anni. Siamo ben oltre il periodo di tempo in cui fino a oggi abbiamo pensato che Marte potesse essere sufficientemente caldo per sostenere grandi quantità di acqua superficiale (e in particolare quelle necessarie a costituire un lago di queste dimensioni).

I planetologi pensano che il Sistema Solare si sia costituito nella forma in cui lo conosciamo circa 4,6 miliardi di anni fa. Questo significa che ci troviamo di fronte a uno degli ultimi esempi di lago marziano. Perlomeno di queste dimensioni. «È sicuramente stato un lago molto longevo, e possiamo affermarlo con certezza perché abbiamo in mano dati sufficienti per calcolarne l’età massima», spiega Brian Hynek, ricercatore associato del Laboratory for Atmospheric and Space Physics (LASP) presso la University of Colorado Boulder, e primo autore dello studio pubblicato su Geology.

Se teniamo conto della portata de bacino e dello spessore dei depositi di sale trovati, è possibile stimare che il lago avesse un indice di salinità dell’8% di un oceano terrestre. E quindi piuttosto ospitale per la vita microbica.

«Se teniamo conto esclusivamente di questo dato, possiamo ipotizzare che le sue acque siano state abitabili per gran parte della sua esistenza», si spinge ad affermare Hynek, che lavora anche presso i dipartimenti di Scienze Geologiche e il Centro di Astrobiologia della University of Colorado Boulder. Certo non è molto per affermare se ci sia stata o meno vita su Marte, mancano il grado di acidità delle acque e altri fattori fondamentali per sostenere ipotesi di questo tipo, ma è già qualcosa.