L’IMMAGINE DALLA SONDA GALILEO

Occhio a Europa

A prima vista sembra un bulbo oculare, ma in realtà si tratta di una ripresa di Europa, una delle lune di Giove. Quelli che sembrano capillari sanguigni sono in realtà delle profonde fratture e creste che attraversano la crosta ghiacciata del corpo celeste

     06/07/2015
Europa, una delle lune di Giove, con le sue caratteristiche striature sulla superficie. La ripresa combina immagini prese con filtri viola, verde e nel vicino infrarosso. I dati sono stati raccolti nel 1995 e nel 1998. Crediti: NASA/JPL/University of Arizona

Europa, una delle lune di Giove, con le sue caratteristiche striature sulla superficie. La ripresa combina immagini prese con filtri nella banda dei colori viola, verde e nel vicino infrarosso. I dati sono stati raccolti nel 1995 e nel 1998. Crediti: NASA/JPL/University of Arizona

Alzi la mano chi, vedendo per la prima volta questa immagine, ha pensato di trovarsi davanti alla foto di un bulbo oculare. In realtà, l’immagine raffigura tutt’altro, ovvero una porzione della superficie di Europa, il quarto satellite naturale per dimensioni di Giove. A inviarcela, la sonda Galileo, che ha esplorato il pianeta gigante e le sue lune tra il 1995 e il 2003. E’ anche grazie ai dati raccolti da questa missione che ha preso corpo la teoria secondo la quale Europa ospita un oceano liquido sotterraneo. Galileo ha anche rivelato la presenza di minerali argillosi nella crosta ghiacciata della luna e ha trovato prove di una tenue atmosfera che avvolge Europa, così come Ganimede e Callisto, altri due satelliti di Giove.

Nonostante il loro aspetto effettivamente un po’ inquietante, le striature rossastre che si incrociano su Europa non hanno assolutamente alcunché di biologico. In realtà sono crepe e creste, alcune lunghe migliaia di chilometri, che segnano le fratture della crosta ghiacciata della luna. A produrle è l’interazione gravitazionale con Giove, che esercita intensi fenomeni mareali su Europa, deformandola. Il colore di queste striature, che è stato accentuato in fase di elaborazione, è invece prodotto da minerali emersi dal sottosuolo, probabilmente sali disciolti nel mare sotterraneo.