SU TITANO LA MOLECOLA DEGLI SCOLAPASTA

Una luna di plastica

Nella bassa atmosfera di Titano ci sono tracce di propilene. A rilevarle, la sonda Cassini della NASA. È la prima volta che la presenza di questa molecola, il cui corrispondente polimero non è altro che il Moplen, viene registrata su una luna o un pianeta che non sia il nostro.

     01/10/2013
Crediti: NASA

Alcuni idrocarburi presenti nell’atmosfera di Titano. Crediti: NASA’s Goddard Space Flight Center

L’aria sarà pure irrespirabile, ma bicchierini da caffè usa e getta, se mai riusciremo a colonizzare Titano, potremo averne a iosa. E pure riciclabili. Già, perché s’è appena scoperto che nel ricco bouquet di molecole che compone l’atmosfera dell’enigmatica luna di Saturno c’è pure il propilene, mattoncino base del polipropilene, una plastica fra le più comuni: quella nota, in configurazione isotattica, come Moplen, il materiale per il quale il nostro Giulio Natta vinse il premio Nobel nel 1963. Identificato dal codice di riciclaggio 05, qui sulla Terra il polipropilene è alla base d’un’infinità d’oggetti di uso quotidiano, dai tappi delle bottiglie ai cruscotti per auto, dagli zerbini agli scolapasta.

Ma su Titano? In realtà, benché sia la prima volta che il propilene viene rilevato con certezza su una luna o un pianeta che non sia il nostro, per quanto la sua presenza in un mondo così remoto suoni incredibile, a stupire maggiormente gli scienziati sarebbe stata la sua assenza. È infatti dal 1980 che, grazie alle osservazioni del Voyager 1 durante il fly-by con la luna, si sapeva della presenza di idrocarburi nella sua brumosa atmosfera. In particolare, erano state rilevate tracce di tutti gli idrocarburi con uno e con due atomi di carbonio, mentre per la famiglia con tre atomi avevano risposto all’appello il membro più pesante e uno fra i più leggeri, rispettivamente il propano e il propino, ma non quello intermedio: per l’appunto, il propilene.

Un’assenza inspiegabile, e come s’è visto solo apparente, dovuta all’estrema difficoltà di rilevarne le tracce. «A renderla così impervia è che la firma del propilene, rispetto a quelle delle sostanze chimiche che lo circondano, è assai più debole», spiega Michael Flasar, responsabile di CIRS, lo spettrometro a infrarossi, a bordo della sonda Cassini della NASA, grazie al quale si è alla fine riusciti a rilevare la presenza della molecola. «Un successo», continua Flasar, «che ci fa essere ragionevolmente fiduciosi di poter trovare, nell’atmosfera di Titano, ancora molte altre sostanze chimiche».

Per saperne di più:

  • Leggi su Astrophysical Journal Letters l’articolo “Detection of Propene in Titan’s Stratosphere”, di C. A. Nixon, D. E. Jennings, B. Bézard, S. Vinatier, N. A. Teanby, K. Sung, T. M. Ansty, P. G. J. Irwin, N. Gorius e V. Cottini