LA STORIA ROMANZATA DA STUART CLARK

Un labirinto per Galileo e Kepler

Romanzo o saggio storico romanzato. Per l'opera di Stuart Clark, L'oscuro labirinto del cielo, edito da Dedalo, propendiamo per la seconda ipotesi e se volete approfondire quanto accadde nel campo dell'astronomia nel '600 rappresenta un valido strumento

     13/08/2013

illabirintodelcieloAgli albori del XVII secolo, in un’Europa funestata da continue guerre, due astronomi rischiano la vita per svelare le leggi che regolano il funzionamento dell’Universo. Johannes Kepler è cagionevole, innamorato della moglie, rigidamente luterano, Galileo Galilei un po’ tronfio e padre di due figlie illegittime: entrambi studiano il moto dei pianeti, sposano la teoria copernicana e sfidano le più potenti forze politiche e religiose del loro tempo, fino ad affrontare l’accusa di eresia. Combinando invenzione romanzesca e una solida base documentaria, Stuart Clark ricostruisce una pagina cruciale della storia dell’astronomia e crea un ritratto vividissimo dei due illustri scienziati e della loro epoca. Un grande affresco storico, avvincente come un’opera di fantasia.

Questa la scheda che descrive, da parte della casa editrice Dedalo, l’opera dell’astrofisico Stuart Clark. Niente di più preciso e altrettanto niente di più impreciso. Perché tutto dipende da come si affronta le lettura. Ci troviamo infatti di fronte ad un libro di storia, o meglio di cronistoria, romanzata. Affrontata da questo punto di vista è un’occasione per approfondire la propria conoscenza delle rivoluzioni scientifiche, in campo astronomico, che si compirono nel 1600 e di come la Chiesa Cattolica, ormai separata dai luterani e quindi non più assoluti protagonisti della religione europea, la affrontò con il massimalismo derivante dalla educazione dell’inquisizione, ma anche con il pragmatismo, ormai sempre più vincente dei gesuiti. Infatti i protagonisti sono si Galileo e Kepler, ma anche il cardinal Bellarmino che di quella scuola faceva parte.

Se si legge con questa prospettiva si esce al dunque soddisfatti, passando sopra ad una prosa decisamente sommaria e non molto scorrevole, diciamo poco romanzesca e che non sappiamo, non avendone letto il testo originale, se da imputare all’autore o alla traduttrice, ma propendiamo per la prima ipotesi conoscendo la professionalità di chi fa il mestiere del traduttore.