UNO STUDIO SU PNAS

Asterosismologia per esopianeti

Un team di ricercatori ha usato l'asterosimologia per determinare con maggiore accuratezza la massa di un esopianeta orbitante la stella HD 52265, dirimendo il dubbio se si trattasse veramente di un pianeta o piuttosto di una nana bruna. L'importanza dello studio ce lo spiega Ennio Poretti, asterosismologo dell'INAF - Osservatorio di Brera

     30/07/2013

pulsatingConoscere meglio l’interno di una stella per conoscere meglio i pianeti che le orbitano intorno. Può essere sintetizzato così l’approccio di un team di ricercatori del Max Planck Institut, Institut de Recherche en Astrophysique et Planetologie (Tolosa), dell’Osservatorio di Meudon (Parigi) e molti altri, sia europei che americani, e i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.

Gli scienziati hanno esaminato HD 52265, una stella a circa 92 anni luce di distanza dal nostro pianeta e con una massa il 20 per cento maggiore del nostro sole. Già più di un decennio fa, gli scienziati avevano identificato un pianeta in orbita intorno a questa stella. Lo hanno quindi scelto come modello per dimostrare come la proprietà della stella potesse far luce sulle proprietà del pianeta.

Usando l’astrosismologia (vedi Media INAF) che identifica le proprietà interne delle stelle misurandone le oscillazioni di superficie sono stati in grado di valutare con precisione le caratteristiche della stella, come la massa, il raggio, l’età e la rotazione interna. Per far ciò si sono avvalsi del telescopio spaziale COROT, una missione  guidata dall’Agenzia Spaziale Francese (CNES) e in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (ESA), per rilevare piccole variazioni nell’intensità della luce stellare causata dai sismi stellari.

“I periodi misurati delle oscillazioni stellari, spiega Ennio Poretti dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Brera e Responsabile PRIN-INAF 2010 “Asteroseismology”,  sono leggermente diversi se esse si propagano nel senso di rotazione della stella o in senso contrario. A partire da questi scarti temporali si è potuto determinare il periodo di rotazione e, dalle differenti ampiezze delle variazioni, l’inclinazione dell’asse di rotazione della stella. In questo modo, anche per un pianeta non transitante come HD 52265,si è potuto ricostruire l’orbita e derivare la massa, circa due volte quella di Giove, escludendo così che si tratti di una nana bruna, come suggerito da alcuni”.

“Questo innovativo risultato, conclude Poretti, mostra come la tecnica dell’asterosismologia sia in grado di giocare un ruolo fondamentale nella caratterizzazione dei pianeti extrasolari. Per queste sue grandi potenzialità è alla base della missione PLATO 2.0, attualmente in corsa per la selezione M3 dell’ESA e mirata alla scoperta di pianeti simili alla nostra Terra”.