L’IMMAGINE INTEGRAL DEL MESE

Un’emissione X da record

Due settimane di osservazione complete quelle condotte da Tomaso Belloni dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Brera che si è avvalso del satellite dell'ESA Integral per osservare, come mai prima, l'emissione di raggi X di un buco nero transiente

     03/01/2013

L’immagine del mese di Integral è dedicata ad uno studio condotto da un ricercatore dell’INAF, Tomaso Belloni, esperto di buchi neri, dell’Osservatorio Astronomico di Brera dell’INAF.

Lo studio, che ha previsto due settimane piene di osservazione con il satellite per lo studio delle alte energie dell’ESA, Integral, riguardava un buco nero transiente, ovvero un sistema binario composto da un buco nero e una stella di tardo tipo spettrale (late-type star). Sebbene per la maggior parte del tempo i buchi neri transienti sono in uno stato di quiescenza o di basso accrescimento, per periodi di alcuni mesi possono diventare molto luminosi fino a raggiungere una considerevole frazione della cosiddetta luminosità di Eddington.

L’evoluzione spettrale e la tempistica di queste forti emissioni a raggi X è ancora molto complessa da comprendersi. Ad un inizio e ad una fine in cui l’emissione X è principalmente nelle alte energie, corrisponde una fase centrale dominata da raggi X meno energetici.

L’unica possibilità di comprenderli è studiarli con assiduità, fenomeni però che vanno da alcuni giorni a poche settimane. Un periodo breve che non permette facilmente di seguire il fenomeno adeguatamente. A settembre il satellite Swift ha rilevato un nuovo transiente di questa classe proveniente dal centro della Galassia che è stato messo subito sotto osservazione dal satellite Integral per quello che ha visto la più lunga ed energetica copertura quasi continua di una emissione a raggi X da un sistema transiente.

Nel grafico si mettono a confronto le registrazioni di Swift e Integral. Sfortunamente non è stato possibile coprire l’intero periodo, ma solo la parte centrale di questa forte emissione, nonostante questo l’emissione dello spettro ricavato è significativa e permetterà approfondimenti fino a ieri non ipotizzabili   

L’immagine sul sito ESA