IMMAGINI DAL SISTEMA SOLARE

Il fascino dello sciame d’inverno

Le Leonidi, l'intenso sciame meteorico che come tutti gli anni solca i nostri cieli intorno al 17 Novembre, in riprese in un magnifico ritratto. La scia di particelle responsabile del fenomeno è rilasciata dalla cometa Tempel-Tuttle, che orbita intorno al Sole in circa 33 anni.

     26/11/2012

Un cielo stellato lontano dalle luci della città, un prato che si presti come ospitale luogo di osservazione, tanta pazienza e una notte di mezza estate. Questi gli ingredienti tipici, quando immaginiamo una pioggia di stelle cadenti. Ovvero uno sciame di meteore.
In realtà, anche se siamo abituati a considerarlo uno spettacolo astronomico tipico dell’estate, la stagione invernale riserva le sue sorprese. Novembre, in particolare, offre agli amanti del genere uno degli eventi più interessanti dell’anno, noto sotto il nome di Leonidi, uno sciame di particolare intensità visibile intorno al 17 del mese.
Anche quest’anno, il fenomeno è stato seguito con attenzione da tutto il mondo, dando vita a una serie di bellissime immagini a tema astronomico.

Un magnifico ritratto delle Leonidi del 2012. Crediti: Stéphane Vetter (Nuits sacrees)

L’immagine di oggi, scelta per la sua bellezza per essere pubblicata tra le APOD (Astronomy Picture of the Day) della NASA, è stata realizzata dal francese Stéphane Vetter (vedi il suo sito) ed è il fotogramma di un video lungo qualche minuto, in cui una meteora attraversa il cielo in modo spettacolare. Nell’immagine, un’inquadratura del cielo a 360 gradi realizzata dalla Francia, i più esperti riconosceranno anche il pianeta Giove, appena a destra e sotto il centro dell’immagine. L’immagine prescelta è solo una delle molte che nei prossimi mesi verranno pubblicate sul web, realizzate da astronomi professionisti e amatori, per raccontare la bellezza di questo sciame invernale, il cui nome deriva dalla sua localizzazione in cielo che tutti gli anni sembra generarsi nella costellazione del Leone.

Il fenomeno degli sciami di meteore è generato da particelle emesse e lasciate indietro da una cometa. Le particelle, per la maggior parte simili a grani di polvere in rapido movimento, vengono rilasciate dalla cometa e permangono lungo la sua orbita a formare una scia. Questa scia viene attraversata dalla Terra una volta l’anno, sempre nello stesso periodo dell’anno, quando l’orbita della Terra attraversa quella della cometa. Quando questo accade, le particelle entrano nell’atmosfera terrestre ad alta velocità (fino a 70 Km/s nel caso delle leonidi) bruciando ad una altitudine di circa 100 km al suolo,  in modo molto visibile. Per usare l’immagine dell’astronomo Ben Burress, durante una pioggia di meteore, la Terra “è come una macchina che in autostrada sfreccia attraversando una nube di insetti: il parabrezza della vettura colpisce gli insetti lasciando striature sul vetro. Se invece si guarda fuori dal finestrino posteriore della macchina non sarà possibile vedere nessuna traccia sul vetro, perché quella è la direzione da cui la macchina proviene.”

Nel caso delle sciame delle Leonidi, la scia di particelle responsabile del fenomeno è rilasciata dalla cometa Tempel-Tuttle, una cometa periodica che orbita intorno al sole circa ogni 33 anni terrestri, conferendo al fenomeno una variabilità dell’intensità negli anni. Quest’anno, le Leonidi hanno regalato un notevole spettacolo, soprattutto grazie all’assenza di Luna nei giorni di picco del fenomeno. Tuttavia si ricordano annate in cui lo sciame è stato di intensità incredibilmente maggiore. Come la  grande tempesta del 2002, che ha visto una pioggia di 3.000 meteore all’ora durante il picco. O lo sciame del 1883, ricordato come storico tra gli appassionati, quando ben 100.000 stelle cadenti furono contate in un’ora.

Il periodo attuale di relativa tranquillità delle Leonidi durerà fino a quando la cometa Tempel-Tuttle non si avvicinerà di nuovo al Sole, tra una ventina d’anni. In quegli anni, lo spettacolo diventerà irrinunciabile e attirerà sicuramente le stesse folle estive delle più famose Perseidi. Nel frattempo, per chi si fosse perso il fenomeno, considerando i prati poco illuminati poco ospitali nel mese di Novembre, non rimane che navigare sul web a caccia degli ultimi ritratti del fenomeno, partendo per esempio dalla sezione Meteore della UAI (Unione Astrofili Italiani).