VIA LIBERA AL PIÙ GRANDE TELESCOPIO SOLARE

Semaforo verde per ATST

Superate le controversie con i nativi hawaiani durate quasi due anni, il progetto per l’Advanced Technology Solar Telescope prende finalmente il via, con l’obiettivo di consegnare alla comunità scientifica il telescopio solare più avanzato al mondo entro il 2019.

     15/11/2012

Ricostruzione del telescopio ATST sulla cima del monte Haleakala sull'isola di Maui, Hawaii. Crediti: Tom Kekona, K.C. Environmental, Inc.

Dopo anni di negoziazioni anche dure con i gruppi indigeni hawaiani, il più grande telescopio solare del mondo è destinato finalmente a vedere la luce sulla cima del cratere vulcanico Haleakala, la montagna più alta dell’isola di Maui, nell’arcipelago delle Hawaii.

Il 9 novembre, il Consiglio delle risorse territoriali e naturali delle Hawaii ha rilasciato il tanto sospirato permesso di costruzione per l’Advanced Technology Solar Telescope (ATST), il telescopio dedicato allo studio del Sole, che avrà uno specchio principale di ben 4 metri di diametro e un’altezza dell’edificio che lo ospiterà di 43,5 metri. I lavori inizieranno già dalla prossima settimana, ma il ritardo accumulato è enorme: quasi due anni sulla tabella di marcia prevista.

La storia dell’ATST, davvero travagliata, incarna infatti le tensioni tra la comunità astronomica, che sulle isole Hawaai ha trovato un luogo ideale per la costruzione di grandi telescopi (ce ne sono molti, come Subaru o CFHT), e quella delle popolazioni native hawaiane. I popoli nativi dell’arcipelago vedono i grandi telescopi, che sorgono sulle loro montagne sacre, come un affronto. E l’ASTS non ha avuto sconti. Dopo anni di valutazioni di impatto ambientale, il progetto ha ricevuto un permesso di costruzione nel dicembre 2010. Ma è stato subito contestato da Kilakila O Haleakala, un gruppo di nativi che dal loro sito web bolla come “genocidio culturale” la costruzione del telescopio.  L’impasse è stata superata solo recentemente, quando un arbitro nominato dal comitato di ATST per dirimere la questione ha ottenuto il nuovo permesso per la costruzione.

Per assicurarsi la partenza, i responsabili del progetto hanno fatto alcune importanti concessioni, tra cui l’assunzione come ‘esperto culturale’ del saggio del luogo, Kahu Dane Maxwell. Il progetto impiegherà anche un biologo per monitorare le tane e la nidificazione di un uccello appartenente alla fauna locale in via di estinzione, che gli hawaiani chiamano petrel o ‘ua’u (Pterodroma sandwichensis).

Tuttavia queste concessioni, che pure avranno un costo di alcuni milioni di dollari, sono un’inezia in confronto ai costi aggiuntivi dovuti al ritardo accumulato. Per pagare tutto il personale assunto dal 2010 e la manutenzione dei componenti già realizzati, il costo attuale del telescopio, stimato in 298 milioni di dollari, potrebbe aumentare di circa il 10%. Quasi la metà dei fondi necessari alla realizzazione del progetto provengono dal governo statunitense che li ha stanziati nel 2009 e il resto sarà finanziato dalla National Science Foundation.

Una volta completato, secondo i piani attuali nel 2019, il telescopio sarà utilizzato per raccogliere la luce polarizzata dalla superficie del Sole. Questo permetterà agli astronomi di identificare con un livello di dettaglio mai raggiunto le linee di campo magnetico che emergono dalla superficie della nostra stella e forse individuare tubi di flusso magnetico, strutture di dimensioni relativamente ridotte e di breve durata che si pensa siano i precursori di violenti eventi solari. Ma ATST sarà in grado di studiare anche la tenue corona solare e la sua dinamica, così importante nell’influenzare quei fenomeni interplanetari che ricadono nell’ambito della cosiddetta meteorologia spaziale. Uno degli aspetti tecnici più impegnativi nella realizzazione di ATST è stato quello di riuscire a non surriscaldare l’intera struttura del telescopio, che deve riuscire a disperdere circa 13 kilowatt di calore. La soluzione ideata dagli ingegneri prevede l’immissione di getti d’aria sul retro dello specchio primario per mantenerlo a temperatura ambiente, mentre alcune delle sue ottiche al silicio verranno raffreddate con acqua.