AL CENTRO DELLA GALASSIA M87

Zoom sul buco nero

Osservata per la prima volta la regione che circonda il buco nero supermassiccio che sta al cuore della galassia Messier 87. Uno studio su Science spiega come si forma il getto di materia che se ne stacca a grande velocità. La chiave è il senso di rotazione della materia mentre cade nel buco nero. Il commento di Marcello Giroletti (INAF).

     27/09/2012

La galassia M87

Una rara istantanea della regione che circonda il buco nero supermassiccio al centro di una galassia, dove la materia gira vorticosamente mentre precipita verso il buco nero stesso. L’hanno ottenuta, scrutando con un telescopio virtuale (composto da più telescopi in località diverse) la galassia M87, Shepherd Doeleman e colleghi del Massachusetts Institute of Technology, che pubblicano i loro risultati sull’ultimo numero di Science. In questo modo sono riusciti, forse, a spiegare come si formino quei getti di materia ad altissima energia che si osservano all’interno di alcune galassie.

Mettendo assieme i segnali raccolti da più antenne radio dalle Hawaii alla California, i ricercatori sono riusciti a ottenere la risoluzione necessaria per studiare la parte basale del getto che parte dal centro della galassia M87. In questo modo hanno scoperto che il punto da cui parte il getto è molto piccolo. Attraverso una complicata serie di calcoli, questo permette di convalidare alcune ipotesi sulla formazione del getto ed escluderne altre.

“La novità più grande di questo studio è proprio il fatto di essere riusciti a osservare il punto esatto in cui il buco nero e il suo ambiente circostante producono questa cosa strana e per certi versi inaspettata” commenta Marcello Giroletti dell’Istituto di Radioastronomia dell’INAF di Bologna. “In alcune condizioni il buco nero, anziché mangiarsi tutta la materia che lo circonda, ne accelera una parte e la getta fuori fino a migliaia di anni luce di distanza”. Come avviene questo fenomeno? Lo studio di Doeleman propone una risposta. “Sembra che il ‘trucco’ sia che in questo caso, a differenza di altri, il buco nero gira su stesso e la materia che ci cade dentro gira nello stesso senso. Questo innesca meccanismi molto complicati che fanno sì che parte della materia sfugga e venga accelerata fino a grande distanza”.

A portare a questa conclusione è proprio l’osservazione della regione alla base del getto. C’erano infatti diversi modelli teorici che potevano spiegare la formazione del getto, ma solo quello appena descritto è compatibile con le dimensioni del punto di base osservate dai ricercatori americani.

A Bologna, il gruppo di Giroletti lavora da anni sullo studio della stessa sorgente in M87. “Non è di per sé una sorgente molto particolare o molto luminosa, ma tra le galasse con buco nero attivo e getto con emissione radio è quella più vicina, quindi la migliore da studiare. Tra l’altro con noi lavora un ricercatore giapponese (Kazuhiro Hada) che ha dato un contributo fondamentale allo studio di questa sorgente, tanto è verso che il suo lavoro è citato nell’articolo di Science”. Il gruppo bolognese è ora in attesa di completare una sua osservazione di 25 ore con VLBA (Very Long Baseline Array), con cui conta di di dare un ulteriore contributo allo studio dei meccanismi che producono il getto.