LANCIO PREVISTO PER IL 13 GIUGNO

NuSTAR: il nuovo gioiellino della NASA

Presto in orbita il nuovo telescopio spaziale a raggi X della NASA, NuSTAR. Grazie alla capacità di focalizzare raggi X di alta energia, Nustar permetterà di vedere con un dettaglio senza precedenti il comportamento dei buchi neri celesti. Alla missione partecipa anche l'Italia con l'ASI e l'INAF.

     08/06/2012

Si scaldano i motori per il lancio del nuovo telescopio a raggi X della NASA NuSTAR (Nuclear Spectroscopic Telescope array), che dovrebbe avvenire dall’atollo Kwajalein , nell’Oceano Pacifico, non prima del 13 giugno prossimo.

Il telescopio arriverà in orbita grazie ad al razzo Pegasus XL dell’Orbital Science Corporation. Fiona Harrison, principal investigator e creatrice del progetto NuSTAR a Pasadena (California), afferma entusiasta che con il nuovo telescopio sarà possibile osservare gli oggetti celesti più densi e luminosi grazie a questa nuova tecnologia a raggi X, che può ottenere delle immagini molto più intense e veritiere rispetto al passato.

NuSTAR collaborerà con altri telescopi orbitanti attorno la Terra, come Chandra della NASA, che opera sempre con i raggi X. L’apporto di entrambi porterà ad immagini ancora più spettacolari di buchi neri, stelle e getti che si espandono alla velocità della luce. Grazie all’osservatorio spaziale, i ricercatori tenteranno di dare delle risposte più precise sulla formazione dei buchi neri, sull’esplosione delle stelle e anche sul nostro sistema solare.

NuSTAR è il frutto del lavoro di molti partner tra cui l’Italia con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’INAF e sarà il primo telescopio spaziale che creerà immagini di sorgenti di raggi X alle più alte energie. “Nustar è sicuramente all’avanguardia per una serie di accorgimenti tecnologici, come la sua innovativa tecnica di realizzazione degli specchi per raggi X, in grado di focalizzare anche i fotoni di più alta energia” commenta Paolo Giommi, direttore dell’ASI Science Data Center (ASDC). “L’Italia in particolare partecipa alla missione mettendo a disposizione la base dell’Agenzia Spaziale Italiana di Malindi in Kenia, che è l’unica a controllare il satellite e a ricevere i suoi dati scientifici. L’ASDC, grazie al supporto dei riceratori del team dell’INAF che vi lavora, fornisce il software per NuSTAR, realizzato sulla base dell’esperienza maturata nella gestione di analoghe missioni spaziali già in atto, in particolare Swift”.

La tecnologia che sta dietro a NuSTAR è complessa e all’avanguardia. Sarà possibile mettere a fuoco la luce dei raggi X ad alta energia in immagini molto più definite grazie al nuovo design del telescopio: un “nido” di 133 specchi in ognuna delle due unità ottiche. Questi specchi sono stati creati da un tipo di vetro molto sottile, simile a quello usato per gli schermi dei laptop, e ricoperto di strati altrettanto fini di copertura riflettente.  Il telescopio è, inoltre, dotato, di detector all’avanguardia collegato agli specchi da un asta di 10 metri. Ma tutta questa tecnologia sarebbe vana senza un complesso sistema software in grado di ‘rettificare’ i dati grezzi provenienti dal satellite, restituendo agli astrofisici le migliori immagini nel cielo in raggi X da analizzare e studiare.

“Il software di processamento dati del telescopio orbitante, chiamato NuSTARDAS, ci è stato richiesto proprio da Fiona Harrison” dice Matteo Perri dell’INAF, che ha guidato la sua realizzazione in collaborazione con la collega Simonetta Puccetti. “NuSTRADAS  permette di calibrare e ‘pulire’ i dati che giungono direttamente dal telescopio in orbita, per ottenere un archivio di alta qualità scientifca che permetta poi agli astronomi che utilizzeranno i dati di Nustar di fare ricerca di punta”.

Il progetto, ideato venti anni fa, ha richiesto quattro anni di lavoro dal momento del “via libera” ufficiale della NASA, e un investimento relativamente modesto che porta i ricercatori a definire NuSTAR una missione “low cost”.

 

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