EVOLUZIONE DELL’UNIVERSO

Per le galassie contano i geni o l’ambiente?

La missione Herschel riprende un filamento che collega due ammassi di galassie, ricchissimo di stelle in formazione. Gli astrofisici vogliono studiarlo per capire se siano le proprietà intrinseche delle galassie a determinare la loro evoluzione, o l'ambiente cosmico circostante.

     18/05/2012

Il filamento ripreso da Herschel/ESA/NASA/JPL-Caltech/CXC/McGill

E’ una collisione memorabile, quella che si prepara in una zona di cielo ripresa dal satellite Herschel, e studiata da un gruppo di ricercatori della McGill University in Canada. Un filamento gigante, fatto in realtà di centinaia di galassie, che collega due diversi ammassi galattici, che assieme a un terzo sono sulla via per scontrarsi e confluire in un superammasso da record, che diventerà uno dei più grandi dell’Universo (tra quelli osservati, per lo meno).

Il filamento, la cui luce ha impiegato oltre 7 miliardi di anni a raggiungerci, è una testimonianza cruciale di un momento chiave dello sviluppo dell’Universo, quello in cui iniziavano a prendere forma i superammassi, colossali aggregati di galassie. Quel ponte che collega i due ammassi è una regione di intensissima formazione di nuove stelle, e, come spiega la prima autrice dello studio Kristen Coppin, “ci dà una istantanea di come l’evoluzione di strutture cosmiche su grande scala influenza l’evoluzione delle singole galassie intrappolate al loro interno”.

Il filamento intergalattico ha un’ampiezza di 8 milioni di anni luce, e collega due dei tre ammassi che formano il superammasso noto come RCS2319.

Poiché la polvere interstellare oscura la maggior parte dell’attività di formazione di nuove stelle nell’Universo primordiale, soltanto strumenti come quelli del telescopio Herschel (che possono rilevare la luce infrarossa prodotta da questa polvere mentre viene riscaldata dalle stelle in formazione) permettono di studiarla. Herschel è una missione ESA a cui INAF contribuisce in modo sostanziale.

La quantità di luce infrarossa in arrivo fa pensare che le galassie all’interno del filamento producano l’equivalente di 1000 masse solari di nuove stelle ogni anno. Studiando cosa succede là in mezzo, gli astrofisici saranno in grado di rispondere all’eterna domanda: per la crescita, contano più i geni o l’ambiente? “L’evoluzione di una galassia è dominata da proprietà intrinseche, come la sua massa totale, o sono le condizioni dell’ambiente cosmico su grande scala a determinare come cresce e cambia nel tempo?” si chiede Jim Geach, altro autore dello studio (che compare su Astrophysical Journal Letters) . “Questa è una delle domande chiave nell’astrofisica moderna”.

Le galassie nel filamento finiranno, nel giro di 7 o 8 miliardi di anni, per migrare verso quello che diventerà il centro di un unico, gigantesco super ammasso.

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