DEDICATO AL GESUITA DEL ‘600

Il video di Kircher

Contemporaneo di Galileo Galilei rappresenta per il suo estimatore e studioso, Roberto Buonanno l'evoluzione della cultura europea, "in cui la creazione dell'uomo non è più al centro della storia umana ma si sposta all’indietro di una inimmaginabile quantità di anni e i cieli immutabili della cosmologia aristotelica, i cieli di cristallo, vengono definitivamente superati”.

     03/04/2012

Un video dedicato al gesuita Athanasius Kircher. È quello realizzato da Roberto Buonanno, Presidente SAIt, e Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Teramo dell’INAF, già autore di un volume sul prelato giunto a Roma nel ‘600. La sua curiosità ha incusiosito noi e quindi gli abbiamo rivolto alcune domande:

Due anni fa il libro La fine dei cieli di cristallo Athanasius Kircher, un gesuita tedesco che arriva a Roma nel 1633. Oggi un video dedicato a questa figura. Cosa c’è di questo gesuita tedesco che ti ha spinto a dedicargli parte della tua vita?

Mi sono imbattuto in Athanasius Kircher quando ero all’Osservatorio di Roma dell’INAF dove si conservano le quattro tavole sciateriche, cioè i quattro orologi solari che questo gesuita aveva costruito per il Collegio Romano. Chiamarli orologi solari è estremamente limitativo. Si tratta di quattro opere grafiche su ardesia che riflettono lo stupore dello scienziato e tutta la meraviglia del barocco. Ci sono naturalmente i segni zodiacali, un Acquario affaccendato, un Capricorno saltellante, una Vergine danzante che sembrano  partecipi di questa meraviglia. C’è una figura umana che tiene i fili dell’Universo e del tempo che la tavola deve misurare. Ci sono le 24 fasi lunari che costituiscono anche 24 formelle ritmiche che si dispongono in un cerchio che racchiude le figure zodiacali, tanto fantastiche e tanto effettivamente reali nelle congetture di Kircher.
C’è poi una immagine di Tolomeo, con gli occhiali e il compasso in mano, raffigurato mentre scruta l’Universo abbandonando i calcoli che sta facendo su un foglio e si perde a sbirciare  nella meraviglia dell’Universo.
Kircher si trova a vivere nel ‘600, un’epoca che, non a torto, è stata paragonata a un abisso. Un abisso che non è costituito solo dal superamento della cosmologia tolemaica, ma che deriva dalla evidenza che le dimensioni dell’Universo sono enormi perché non  vediamo nelle stelle il moto riflesso della rivoluzione della Terra attorno al Sole. Questo pone delle domande sulla razionalità che ha ispirato il Creatore: perché mai l’Universo è così inutilmente grande? Ci sono poi le domande che pongono i missionari che, partiti per convertire i cinesi, si devono arrendere alla evidenza che la storia della Cina è molto più antica della data della Creazione del primo uomo come si desume dalla Bibbia.
La domanda che ha stimolato il mio interesse è tutta qui: come ha fronteggiato l’abisso del ‘600, un abisso sia nello spazio che nel tempo, un uomo colto che è anche uomo di profonda fede?
Ti assicuro che questo mio interesse è stato largamente ripagato dalla conoscenza di questa affascinante personalità che, non dimentichiamolo, è contemporanea di Galileo.

Dallo stile letterario al video. Un salto notevole, visto che queste due forme di arte dialogano ma non sono intercambiabili. Perché questa scelta?

Kircher aveva realizzato a Roma un Museo, il Museo del Mondo, che ai suoi tempi era famosissimo. Di questo Museo esiste un vero e proprio catalogo, il catalogo di Giorgio de Sepi. Il frontespizio del catalogo mostra una quantità di oggetti tipici di una Wuderkammer: un rostro di pesce sega, una zanna di tricheco, diversi obelischi (costruiti da Padre Atanasio) un armadillo appeso al soffitto e, si racconta, diverse opere d’arte fra cui qualcuna di Bernini. Ma soprattutto ospitava le famose macchine di Kircher. In diverse occasioni ho cercato di descrivere come fosse il Museo, che oggi è andato perduto, ma ho sempre avuto la sensazione di non riuscire a trasmettere la meraviglia che doveva ispirare ai visitatori.
Ho quindi preso il coraggio a due mani e ho tentato di ricostruirlo e, già che c’ero, mi sono sostituito a Padre Atanasio a fare da guida al suo Museo (che ora è anche un po’ mio).

Guarda il video