SCOPERTE DALLA MISSIONE LRO

Le smagliature della Luna

Sono piccole depressioni, lunghe qualche centinaio di metri e profonde fino a venti. Sono state individuate sulla faccia nascosta del nostro satellite e si sarebbero formate circa 50 milioni di anni fa, un’epoca molto recente se paragonata all’età di Luna e Terra, pari a circa quattro miliardi e mezzo di anni fa.

     22/02/2012

Nell'immagine sono visibili due tra le fosse tettoniche (chiamate graben) più grandi scoperte dalla missione LRO. (Crediti: NASA/Goddard/Arizona State University/Smithsonian Institution)

È l’oggetto celeste a noi più vicino. Tanto che, ad oggi, è l’unico corpo al di fuori della Terra su cui un uomo abbia posato il suo piede e il primo dal quale siano stati raccolti campioni di roccia riportati sul nostro pianeta. Ed è anche grazie a queste missioni se oggi conosciamo molto della sua storia e delle sue caratteristiche geologiche. Molto, ma non tutto. L’ultima scoperta sul nostro satellite arriva dalla missione Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA. Nuove immagini ad alta risoluzione catturate dallo strumento LROC (Lunar Orbiter Reconnaissance Orbiter Camera) hanno messo in evidenza la presenza di piccole fratture sulla crosta, lunghe qualche centinaio di metri e profonde circa venti. Per gli scienziati queste piccole depressioni sarebbero un chiaro indizio di attività geologica che sarebbe avvenuta intorno a 50 milioni di anni fa. Un’epoca molto recente se paragonata all’età di Luna e Terra, che si sarebbero formate circa quattro miliardi e mezzo di anni fa.

“Riteniamo che la Luna attualmente si trovi complessivamente in una fase di contrazione, dovuta al raffreddamento delle sue zone interne ancora molto calde” dice Thomas Watters  del Center for Earth and Planetary Studies presso lo Smithsonian National Air and Space Museum di Washington e primo autore di una ricerca su queste strutture in pubblicazione nel numero di marzo della rivista Nature Geoscience. “Queste fosse tettoniche, che chiamiamo graben, ci testimoniano come le forze che tendono a contrarre la Luna siano state sopraffatte in alcune zone da quelle di dilatazione. Questo indica che le forze di contrazione che agiscono sul nostro satellite non possono essere grandi, altrimenti i graben che abbiamo scoperto non si sarebbero potuti formare”.

In questo scenario, al contrario di quello che è avvenuto nel passato del Sistema solare per i pianeti di tipo terrestre, il materiale che compone la Luna non si sarebbe trovato totalmente allo stato liquido nelle prime fasi della sua evoluzione. Piuttosto, le immagini di LRO sembrano supportare l’ipotesi che solo lo strato esterno del nostro satellite si sarebbe fuso, formando un unico, incandescente oceano di rocce allo stato liquido.

 

Per saperne di più:

Leggi l’articoloRecent extensional tectonics on the Moon revealed by the Lunar Reconnaissance Orbiter Camera” di Thomas R. Watters, Mark S. Robinson, Maria E. Banks, Thanh Tran e Brett W. Denevi pubblicato online su Nature Geoscience

Guarda il video di Media INAF sulla scoperta dei graben lunari realizzata dalla missione LRO