IMMAGINI DAL SISTEMA SOLARE

Segni di acqua su Marte

Nelle ultime, bellissime immagini della missione Mars Express dell’ESA, una testimonianza del fatto che sul pianeta doveva scorrere acqua liquida in passato.

     07/11/2011

Le ultime immagini della missione Mars Express dell’ESA sono una testimonianza indiretta del fatto che sul pianeta, in passato,  doveva scorrere acqua liquida. Fiumi di acqua liquida capaci di rimodellarne la superficie.
Questa magnifica immagine della zona di Marte chiamata Ares Vallis è una delle ultime pubblicate dai dati di Mars Express. È stata scattata l’11 Maggio 2011 a 16°N/327°E ed ha una risoluzione al suolo di 15m per pixel.
Al centro, mostra un grande cratere chiamato  Oraibi,  circondato da un gruppo di piccoli crateri poco erosi e relativamente giovani nella vita geologica del pianeta.

Il cratere Oraibi su Marte nelle immagini di Mars Express. Missione: Mars Express (Strumento: High Resolution Stereo Camera ) Credit: ESA/DLR/FU Berlin (G. Neukum)

Da questa e da altre immagini di Mars Express è evidente che in questa zona sono sopravvissuti solo pochissimi crateri “antichi”, ridotti a segni appena visibili sulla superficie del pianeta. La spiegazione più ovvia di questa morfologia è l’acqua che anticamente doveva scorrere su Marte: la maggior parte dei crateri potrebbe essere stata erosa dagli allagamenti probabilmente avvenuti 3,8 miliardi di anni fa.
Altro aspetto scientificamente interessante di questa immagine è il fatto che i piccoli crateri che circondano Oraibi formano dei gruppi piu o meno allineati. Questo genere di strutture può essere tipico di un meteorite che si rompe in diversi pezzi nell’attraversare l’atmosfera, prima di arrivare al suolo, oppure di un fortissimo impatto che ha espulso materiale roccioso dalla superficie, che a sua volta ha creato dei crateri secondari.

La rubrica “Immagini dal Sistema Solareè a cura della Southern Europe Regional Planetary Imaging Facility (SRPIF), la Fototeca NASA ospitata presso gli Istituti INAF IASF e IFSI di Roma, con la collaborazione dello Space Photography Laboratory (SPL), la Fototeca dell’Università dell’Arizona.