PRIMA LUCE PER LO SPETTROGRAFO VIRUS-W

Bidimensionale con bassa velocità

Realizzato dal Max Planck Institute di fisica extraterrestre e dall'Osservatorio dell'Università Ludwig-Maximilian, VIRUS-W unisce due qualità fino a ieri incompatibili. Lo spiega Roberto Saglia tra i realizzatori dello spettrografo

     26/01/2011

Ha ottenuto la sua prima luce lo scorso 10 novembre lo spettrografo VIRUS-W  installato al Harlan J. Smith Telescope del Mc Donald Observatory in Texas e realizzato dall’ istituto Max Planck di fisica extraterrestre e dall’Osservatorio dell’Università Ludwig-Maximillian di Monaco di Baviera.

La sua prima immagine è stata quella di una galassia a spirale distante 30 milioni di anni luce dalla Terra, un risultato che conferma le aspettative dei suoi realizzatori, cioè la capacità di determinare il moto delle stelle nelle vicine galassie anche con una precisione di pochi chilometri al secondo.

A darne notizia è lo stesso Max Planck e tra i suoi realizzatori c’è  un’italiano, Roberto Saglia, al quale abbiamo chiesto di illustrarci le peculiarità di questo strumento.

“Si tratta di uno spettrografo bidimensionale a grande campo, che però unisce a questa capacità un’altra qualità, quella di poter registrare il moto delle stelle nelle galassie anche quando questo è di pochi chilometri al secondo. Una peculiarità che non ha precedenti”.

Per capire meglio?

Questo spettrografo bidimensionale opera a grande campo. Questa peculiarità però normalmente non permetteva di registrare la misura di campi di dispersione di velocità delle stelle inferiore ai cinquanta chilometri al secondo. VIRUS-W è invece in grado, utilizzando un reticolo olografico ad alta dispersione, di avere una misurazione anche dei campi di dispersione di velocità più bassi delle stelle. Insomma la caratteristica unica di VIRUS-W è quella di avere un grande campo di vista, 1×2 arcominuti, con una risoluzione spettrale relativamente alta.

Come nasce il progetto?

VIRUS-W si ispira allo spettrografo VIRUS-P, un prototipo pensato per il McDonald Telescope nell’ambito del progetto HETDEX che prevede l’installazione di 100 spettrografi tutti uguali. Abbiamo preso questo prototipo e sviluppato VIRUS-W per ottenere quella caratteristica che lo rende unico.

Sarà in uso presso i telescopi del McDonald (quello da 2.7 metri e se possibile anche da 10 metri)?

Solo inizialmente, per il prossimo autunno dovrebbe essere completata la realizzazione di un telescopio di 2 metri sul monte Wendelstein a cento chilometri da Monaco e lo utilizzeremo più comodamente per dedicarci all’emisfero nord.